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Il Teatro Elettra porta in scena le storie di vampiri di “Oscuri Abbracci”

Pubblicato da postontheatre su 14 Novembre 2011, 00:51am

Tags: #Recensioni

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di Luca Nigro

Le tenebre sono naturalmente misteriose e, per loro stessa natura, alimentano le più lugubri leggende. Molte storie popolari narrano le vicende di esseri che vivono esclusivamente nel buio della notte, dove entrano in contatto con la parte più oscura e pericolosa della società. Lo spettacolo “Oscuri Abbracci”, scritto da Diego Curzola e diretto per l’occasione dal bravo Gabriele Cometa, racconta le gesta di due famiglie di vampiri, gli Obert di Volterra ed i Roverisio di Venezia, che si contendono la supremazia sulla terra. Questa interessante opera, che riprende il fortunato filone delle storie di vampiri che spopolano nelle grandi sale cinematografiche, sarà in scena nell’accogliente Teatro Elettra fino al 27 novembre.

Una scenografia semplice e minimalista, dove gli unici colori sono comprensibilmente il rosso ed il nero, fa da sfondo alla storia delle due casate vampire che si riuniscono in casa degli Obert per celebrare una tradizione pluricentenaria ed una tregua che dura da ben cinque secoli. La storia ideata dal giovane autore laziale è ricercata ed accurata. Sul palcoscenico la Compagnia del Contatto, diretta impeccabilmente da Gabriele Cometa, ottimo nel ruolo del patriarca degli Obert, coinvolge gli spettatori grazie ad un interpretazione corale sopra le righe. L’accuratezza dei costumi e la perfetta aderenza delle musiche al ritmo incalzante della recitazione sono la dimostrazione di quanto grande sia stata l’attenzione ai particolari nella messinscena di questa accattivante opera teatrale.

Il regista ed attore, Gabriele Cometa, ha diffuso una nota nella quale afferma che: “Oscuri Abbracci è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con “Tre Giri di Giostra”. Come in precedenza, a prevalere nello spettacolo è la figura femminile, un elemento fondamentale per l’eleganza e la bellezza della scena (non poteva essere altrimenti parlando di Vampiri). Se poi a ciò si aggiunge la parola Arte, data dall’ambientazione e da rimandi del testo a letteratura, danza e scultura, il risultato è completo. A portare lo spettatore nella storia, questa volta, è l’effetto cinematografico della voce fuori campo, chi ascolta è portato per mano all’interno della storia, capendo già dall’inizio che non è uno spettacolo che si vede tutti i giorni. Ciò che caratterizza questo spettacolo, come quello precedente e non solo, è la mia ricerca della più completa naturalezza nella recitazione. Uno studio impegnativo che ho giocato sulla completa immobilità e freddezza, fisica ed emotiva, del vampiro e sull’emozioni interne. Uno studio difficile e molto interessante che ha portato gli attori a far trasparire le emozioni senza darle a vedere”.

Nel complesso quest’opera di un solo atto esalta le qualità dei membri della Compagnia del Contatto, attenti e perfettamente sincronizzati. Una menzione particolare meritano Benedetta Cimatti, la matrona della famiglia dei Roverisio, la cui naturale eleganza e passionalità la rendono una perfetta “domina” e Giuseppe Mancari, perfettamente credibile nel non facile ruolo di “umano tra i vampiri”. La straordinaria intensità che traspare dal meticoloso lavoro del regista e dell’intera compagnia è quasi ipnotica, tanto che lo spettatore osserva voracemente quanto accade sul palcoscenico lasciandosi rapire e trasportare nelle profonde oscurità.

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